Imu: arrivano a Genova 14 mila contestazioni

Era il 2011. Non ce lo ricordiamo quasi più ma cinque anni fa da Palazzo Chigi veniva in qualche modo “licenziato” il premier Berlusconi per far spazio a “SuperMario” Monti. Il quale come prima cosa dovette, per risistemare la credibilità finanziaria del Paese — scrive il Secolo XIX — ripristinare le tasse sulla prima casa. Una volta c’era l’Ici, Monti inventò l’Imu: imposta che i Comuni cominciarono a imporre nell’anno seguente, tra molti avanti e indietro e dubbi applicativi. Il risultato della fretta del governo fu una grande confusione. L’Ici era stata abolita l’anno prima da Berlusconi, la sua ricomparsa sotto forma di Imu, l’Imposta municipale sugli immobili. Severa e confusa: anche perché il Comune, per venire incontro ai cittadini, aveva concesso il pagamento a rate, e forse c’è chi se n’è dimenticata una. E così, a quattro anni di distanza, a Genova Tursi presenta il conto: oltre 14mila i pagamenti non in linea. Non sempre a debito, qualche volta a credito: ai genovesi arrivano, comunque — continua il Secolo XIX — lettere che contestano quanto fatto e pagato in quell’anno convulso. «Non sono soldi che cambieranno il bilancio del Comune che però deve intervenire», rassicura Franco Miceli, assessore al Bilancio di Tursi. Ma, pure, le cose vanno fatte: e il Comune, prima che intervenga la prescrizione, si è attivato per chiarire la situazione di una bella fetta di cittadini. 14.421 in totale gli accertamenti (o meglio: gli avvisi di accertamento) che stanno arrivando in questi giorni.

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